PrometeOrvieto

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Si parla di Distretto, ma è “nave senza nocchiero”

Di PrometeOrvieto

Giovedì 12 dicembre, in Comune, si è riunita di nuovo la Commissione Consiliare sulla sanità per l’audizione del Direttore del Distretto Sanitario di Orvieto, Dott. Massimo Marchino.

Premettiamo che la governance del Distretto Sanitario è un tema estremamente complicato, perché la medicina territoriale risulta più ramificata rispetto alla medicina ospedaliera. Questo ha reso l’audizione più complessa della precedente, ma nel contempo rileviamo un maggiore utilizzo di numeri, che ribadiamo essere l’unico metodo per capire lo stato delle cose.

Non possiamo però evitare di sottolineare alcune delle forti criticità emerse.

Casa e ospedale di comunità:

è stato annunciato che i lavori all’ex ospedale slitteranno di 3 mesi, partendo a febbraio 2025 e chiudendosi a fine marzo 2026 (sempre più vicino al limite ultimo di giugno 2026). Un ritardo puramente amministrativo, dovuto alla lentezza nella approvazione del progetto.

Ciò che preoccupa di più è però cosa si vuole fare delle strutture sinora utilizzate: il Direttore ha detto che né il Borgo, né via Postierla chiuderanno completamente. Inevitabili le conseguenze, sia economiche che di progettazione: da un lato non si avrà un risparmio di costi fissi che poteva essere reinvestito in servizi (come era stato scritto in precedenti accordi), dall’altro significa che la casa di comunità cge si sta realizzando non servirà pienamente al suo scopo. Avrebbe dovuto infatti centralizzare i servizi di medicina territoriale in un unico sito per renderli più efficaci, ma se le altre sedi restano aperte il suo ruolo sarà marginale.

Liste d’attesa:

La Direttrice dell’ospedale aveva demandato in toto le risposte sulle liste d’attesa a Marchino, e Marchino ha parlato solo delle visite specialistiche sostenendo che è leggermente aumentata rispetto al 2019 la percentuale di visite erogate sul territorio (dal 73% al 77%). Ci piacerebbe però vedere i numeri assoluti delle visite effettuate sul territorio: se le prestazioni fatte privatamente aumentano, è normale che la parte residuale che rimane in capo al servizio pubblico viene effettuata più spesso sul territorio.

Secondo noi questo aumento percentuale nasconde un calo di numeri assoluti: speriamo di essere smentiti con i dati. Inoltre, non può sfuggire il fatto che questa è una strategia per non parlare del tasto dolente, cioè le prestazioni strumentali. Colonscopie, TAC, risonanze magnetiche, lastre, etc.: di queste chi parla? Inoltre, mentre le visite è sempre possibile farle privatamente, per molte prestazioni strumentali questo è impossibile perché i privati non le offrono, e proprio per questo sarebbe stato importante affrontare il tema.

Sopravvivenza del Distretto:

il Direttore dice che, se il Distretto di Orvieto venisse assorbito da Terni, “l’integrazione ospedale e territorio con un’unica direzione potrebbe essere un’ipotesi da percorrere”.

Questo ci riporterebbe però indietro di più di trent’anni. Come abbiamo già detto, il Distretto oggi ha moltissime funzioni, ed è diventato un organo complesso: non riteniamo possibile che una sola direzione riesca a gestire sia questo sia l’ospedale. Il fatto che questo modello sia presente oggi in Valnerina (distretto che è molto piccolo, quasi un quarto del nostro), non ci fa comunque pensare che questo modello possa favorire un miglioramento dei servizi territoriali; al contrario, ci aspettiamo una peggior gestione di questi.

Attrattività dei giovani:

sia Marchino che Bernardini hanno affermato che i medici sono pochi in tutta Italia, e che nessuno vuole lavorare nel nostro territorio.

È vero, ne siamo tutti consapevoli, ma vogliamo sapere come vogliono gestire il problema. “Cosa” non va lo sappiamo tutti, ma “come” risolverlo sta a loro. L’attrattività è fatta da crescita professionale, gratificazione economica e stile di vita: dai direttori sanitari ci aspettiamo di sapere come stanno intervenendo sui primi due, dall’amministrazione comunale come interviene sull’ultimo. Misure concrete, rapide e attuabili, non chiacchiere.

L’audizione ovviamente ha toccato molti altri punti, proprio perché il Distretto è un organismo complesso.

Questi però sono per noi i principali, perché ci mostrano come in realtà stiamo navigando al buio: avremo la Casa di Comunità, ma è in ritardo già prima di iniziare i lavori; una volta fatta, rimarranno tutte le sedi che già ci sono (ma allora a che serve?); si può unire la direzione della medicina territoriale con la medicina ospedaliera (come se oggi fosse separata per un vezzo); sulle liste d’attesa si parla di visite, ma non di esami; i giovani medici non vengono a Orvieto, ma non si propongono misure per incentivarli.

Stavolta l’audizione non è stata una chiacchierata, ma ci ha fatto ugualmente capire che si va avanti a tentoni, senza una linea precisa e che, se non troviamo presto una rotta, certi cambiamenti potrebbero essere dannosi ed irreversibilii.

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