di PrometeOrvieto
Da oltre vent’anni la sanità dell’orvietano subisce una progressiva riduzione di servizi, senza che nessuno degli amministratori locali che si sono succeduti abbia realmente difeso il bene comune del territorio. Investimenti e strutture hanno seguito troppo spesso logiche politiche e geografiche legate ai luoghi d’origine di presidenti e assessori, piuttosto che alle esigenze reali delle comunità. Emblematico il caso di una Casa di Comunità costruita nella città dell’ex Presidente della Regione.
La prima nota della Regione e i nodi aperti
Abbiamo accolto con interesse la recente comunicazione della Presidente della Regione Stefania Proietti di confermare l’importanza dell’Ospedale di Orvieto. L’annuncio riguarda al momento una prima fase di consolidamento di quanto già previsto, ma la vera partita sarà giocata con il nuovo Piano Socio Sanitario regionale, ancora in fase di definizione e non ancora reso pubblico.
Noi chiediamo che la Regione indichi tempistiche definite per gli interventi confermati e che il nuovo piano risponda in maniera chiara alle esigenze della sanità sul nostro territorio in accordo con un posizionamento diretto ad un territorio sovraregionale.
Le richieste di Prometeo Orvieto
- Definire il ruolo dell’ospedale: come renderlo attrattivo per un territorio di dimensione pluriregionale? Con quali servizi di eccellenza? Come saranno definite le sue relazioni con le altre strutture per le alte specializzazioni, tenendo conto dei collegamenti esistenti e delle necessità dei pazienti?
- Urologia: dotare l’ospedale di un reparto in pianta stabile. L’attuale presenza settimanale di un medico da Foligno è insufficiente e crea gravi disagi ai pazienti.
- Chirurgia: rafforzare il reparto e dotarlo di attrezzature moderne, compresi robot chirurgici, per renderlo attrattivo sia per i professionisti che per i pazienti. La chirurgia multidisciplinare, presente all’ospedale di Orvieto, con questi investimenti potrebbe avere allora un senso.
- Cardiologia: chiarire quali servizi saranno previsti (UTIC? Emodinamica di urgenza?). Oggi i pazienti, colpiti da problematiche cardiologiche, in alcuni casi si spostano fino a Pantalla. Non è giusto, né logico.
- Ortopedia: bene il primario di struttura complessa, a patto che si ricominci effettivamente ad eseguire interventi di chirurgia ortopedica.
- Telemedicina: quale organizzazione e quali strumenti sono previsti per rendere efficienti i collegamenti e per per ridurre tempi e costi di accesso alle cure.
- Medicina territoriale: definire quali servizi verranno strutturati e implementati, in quali sedi (Casa di Comunità, Borgo, via Postierla), e con quali apparecchiature e personale. Non si può pensare di costruire strutture senza pianificare i servizi, pena ulteriori ritardi e inefficienze.
- Hospice: attivare un presidio per le cure palliative sul territorio orvietano, indispensabile in un’area interna con popolazione anziana per evitare spostamenti dolorosi e lunghi.
Nel nuovo PSSR ci attendiamo dalla Regione risposte chiare e trasparenti su questi aspetti. È fondamentale che la prossima nota della presidente definisca finalmente il futuro della sanità orvietana, con obiettivi concreti e tempi certi, soprattutto che recuperino le numerose deficienze accumulate sinora.