Di PrometeOrvieto
Il nuovo Piano Sanitario Regionale è in fase di progettazione. È adesso, quindi, che si decide il futuro della sanità umbra.
La nostra situazione attuale
L’ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto è stato negli anni progressivamente svuotato, fino a diventare una struttura che oramai non è né carne, né pesce. Mancano servizi fondamentali, come l’urologia, in un territorio dove gli anziani rappresentano la fascia più significativa della popolazione. Si arriva all’assurdo che, per un catetere, si debba attivare un’ambulanza per portare i pazienti a svariate decine di chilometri di distanza. Gli investimenti sono stati ridotti al minimo e non sono paragonabili a quelli su altre strutture di pari livello, mentre i trasferimenti in ambulanza ed in elisoccorso verso altri nosocomi crescono vertiginosamente.
D’altra parte, assistiamo invece a lotte furibonde tra i sindaci di Terni, Narni, Amelia per realizzare ben due ospedali a pochi minuti di distanza e spendendo centinaia di milioni di euro.
Le prestazioni diagnostiche specialistiche sono per il 70% affidate al privato, record regionale, ed un terzo di quelle pubbliche non rispetta i tempi previsti.
La medicina territoriale resta una promessa vaga, senza chiarezza, né accessibilità reale.
La situazione ha prodotto un triste risultato: Orvieto ha il più alto tasso di abbandono delle cure in Umbria e il più alto di ricorso al privato.
Perché ad Orvieto si deve avere una probabilità di morte più alta che altrove?
Se non ci muoviamo adesso – con forza, insieme – il nostro territorio rischia di rimanere senza quei servizi sanitari che una corretta organizzazione, non distorta da pressioni politiche, potrebbe prevedere.
Diamoci una mossa.
Ora.
Alle Istituzioni, alle associazioni, alle forze sociali, alla commissione consiliare sanità, che ad oggi non è riuscita ad uscire dalla sua inutilità, diciamo: è il momento di agire, dobbiamo esercitare la massima vigilanza e pressione possibile sugli organi competenti.
PrometeOrvieto continuerà a sollecitare la Regione con dati, analisi e confronto, ma serve l’impegno di tutti per mettere pressione sulle Autorità per affrontare quello squilibrio ingiustificato che determina le carenze dei servizi sanitari nel nostro territorio.
Usciamo dall’apatia e dall’individualismo, che spesso ci hanno distinto, e riportiamo il nostro territorio nel posto che merita.